Che bambole!

In questi giorni in cui piano piano mi sto costruendo questo blog, cominciano a riaffiorare alla mente un sacco di ricordi mentre qualche foto spunta dal cassetto che contiene pezzi di passato mio e della mia famiglia. Tutta presa dall’entusiasmo, inizio a rendermi conto che il blog è incompleto, sono certa di aver fatto anche dell’altro in vita mia, cose a cui allora magari nemmeno  davo tutta questa importanza ma che, in questo momento, mi rendo conto sono pezzi fondamentali del mio puzzle artistico e personale.

Ad onor del vero, le bambole sono state create più da mia mamma che da me, perché io, figlia di sarta, sono arrivata a malapena ad imbastire a mano i vestitini: insomma, io e la vecchia Singer di famiglia non abbiamo feeling, purtroppo…

I ricci? Ciocche di raffia messe in ammollo per un bel po’ per poi attorcigliarle attorno ai ferri da maglia. Infine una lunga permanenza ad asciugare (meglio sul termo se la stagione consente l’accensione) e oplà, roba da far invidia alle migliori parrucchiere.

Eppure, riguardandole, mi danno gioia e soddisfazione (le perline del vestito dell’indiana un po’ meno 🙂 e quindi ho deciso di recuperarle per metterle qui, in questo diario elettronico per ricordarmi di ogni mia avventura che ho voluto sperimentare (sempre per la ricerca della famosa strada o “specializzazione”)

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