E’ cominciata così, dal lontano Oriente, come una banale influenza a quanto pare ampiamente sottovalutata. Fatto sta che dall’alto è arrivato tassativo l’ordine di stare in casa con tutte le conseguenze del caso. Ora, non è mia intenzione scrivere qui di questo virus perché mi ci vorrebbero giorni per sciorinare tutte le complicazioni umane, psicologiche, psichiatriche, di salute varie, economiche e chi più ne ha più ne metta e sempre ammesso che ne sia in grado, però posso dire cosa ha provocato in me questo ritornello preceduto da hastag “io sto a casa”. Non ho mai avuto una brillantissima vita sociale però avermi tolto il cineforum e la mia seconda casa che altro non è che il mio negozio di fiducia dove vado approvigionarmi per la mia creatività, è stato un colpo piuttosto risentito. La cosa che mi ha fatto però avere letteralmente conati di vomito per il martellamento continuo visto attraverso tv, giornali e social è la frase suddetta la quale, mi sono resa conto con l’andare dei giorni, mi ha procurato la fobia del termine “casa” e un po’ anche per questi 4 muri che mi proteggono. Certo che mi sono adeguata, certo che mi sono rinchiusa, non c’è stato bisogno di dirmelo due volte (vi prego di risparmiarmi qui i vari fuggitivi o i vari runners dei paesi) ma a volte penso di essere nata solo per fare il bastian contrario della situazione… Tutti dicono bianco? E io dico nero. Tutti vedono blu? E io vedo rosso. Onestamente questa frase (io sto a casa),  non ho intenzione di appiccicarmela come etichetta nei vari profili elettronici che ho. Cerco pure di sfuggire il tanto celebrato arcobaleno che ormai è come il nero, può stare su tutto… o sbaglio? Perché non sono certa che andrà bene, le persone sono insostituibili e i danni ingentissimi dei quali le conseguenze andranno ben oltre aprile, luglio, settembre, dicembre e così via. Ieri, in preda ad un moto di ribellione, ho lasciato perdere case e arcobaleni e ho lasciato libera la fantasia, l’ho lasciata volare più in alto possibile perché dobbiamo tenere lo sguardo levato al cielo per non soccombere al catastrofismo circolante più che al virus in sé ed è nato l’Universo. Volevo approfondire la tecnica dei pennarelli a base d’acqua che se diluiti, ottengono degli effetti prodigiosi. Qualche distressata ai bordi con i colori a tampone e … signore e signori, ecco a voi l’Universo!! Ho raccolto nel web alcuni pensieri che sono stati espressi su questa immensità e ho voluto abbinarli ai miei cartoncini. Ad operazione ultimata, mi sono sentita meglio, più libera e ho compreso che è il caso di comperare anche l’attrezzo per metallizzare scritte o figure… 😀

 

 

2 pensieri riguardo “La creatività ai tempi del Coronavirus (titolo alquanto banale ma questo è)

  1. Meravigliosa ed emozionante opera d’arte e frasi,grazie mille per aver condiviso le tue meravigliose opere,sono emozioni che toccano il cuore! ♥️♥️♥️♥️
    Un forte abbraccio,Ely. 🥰🤗

    1. ma cara, grazie a te che mi dai grande gioia e soddisfazione con le tue parole! un abbraccio forte

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